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Benvenuti nel blog del LABORATORIO ITINERANTE della DECRESCITA di ROMA

mercoledì 25 marzo 2009

BREVE STORIA DELLA DECRESCITA

La riflessione sulla decrescita nasce da due filoni di pensiero:

a) la critica storica, economica e sociale allo sviluppo condotta in particolare da Serge Latouche e dal MAUSS (Movimento Anti utilitarista nelle Scienze Sociali)

b) La critica ecologica all’insostenibilità del sistema economico di cui si occupano in particolare Jacques Grinevald e Mauro Bonaiuti e che si basa sulla teoria bioeconomica sviluppata da Georgescu_Roegen negli anni settanta.

In una fase successiva questi due filoni di pensiero si sono incontrati nella critica allo sviluppo sostenibile: riflessione sociale e riflessione ecologica si sono unite.

Vediamo le date più importanti:

1972: Gergescu-Roegen definisce i “contorni” della decrescita nella sua conferenza “Energia e miti economici” tenuta a Yale University l’8 novembre 1972 (www.decrescita.it)

1995: in Francia viene pubblicata con il titolo “La decrescita” una raccolta di saggi di Nicholas Georgescu-Roegen nella traduzione di J.Grinevald, che è il primo ad utilizzare questo termine.

1999: Vincent Cheynet e Bruno Clèmentin creano l’associazione “Casseurs de pub”, ispirandosi ai canadesi di “Adbusters”, promotori della giornata del non acquisto.

2002: Si tiene a Parigi il convegno internazionale “Disfare lo sviluppo, rifare il Mondo” promosso da Serge Latouche e La Ligne d’orizon e da Le monde diplomatique.

Contemporaneamente la rivista ecologista “Silence” dedica un numero speciale alla decrescita, nato dalla collaborazione tra Cheynet, Clèmentin e Latouche e la rete del doposviluppo.

2003: Si tiene a Lione il convegno internazionale dedicato alla “Decroissance soutenable promosso da Casseurs de pub. In questa occasione viene presentato il volume Obiectif D’Ecroissance, dal quale sono tratti i saggi tradotti nel volume Obiettivo decrescita (EMI) di Mauro Bonaiuti. Dal convegno, e dal gruppo di ecologisti, che ruota intorno alle riviste Silente, Casseurs de pub, d’ecologiste, nasce l’esigenza di fare un giornale esplicitamente dedicato al tema della decrescita.

2004: nasce a marzo “la decroissance – il giornale della gioia di vivere” (www.ladecroissance.net)

2005 Di decrescita si parla finalmente anche in Italia: nasce il sito della Rete per la decrescita che propone, accanto al “manifesto del dopo sviluppo” di Serghe Latouche, alcuni dei contributi più significativi della ricerca –ormai più che decennale – sui temi della critica allo sviluppo ed al suo immaginario.

Sono sempre più i dibattiti e gli incontri su questo tema

Dal numero de LA DECRESCITA – gennaio 2006

Roma 21 dicembre 2006 – FESTA DELL’ALTRAECONOMIA

Giocare è cosa seria se ti permettere di riprendere lo spazio e il tempo che ogni giorno ci viene rubato e non è un caso quella profonda gioia emanata dalle nostre gestualità vissute nel laboratorio, come bambini, chinati nella ricerca di immaginari di cambiamento e alla ricerca di concetti ancora da esplorare. Gli indigeni usano la parola PACHAKUTIK per riferirsi al cambiamento: il significato è semplice. “Rinnovare il tempo e lo spazio, riordinare la vita”.

Ristrutturare concetti, riannodare relazioni, riallineare l’essere umano con il cosmo, per poter ritornare finalmente alla comunità umana da cui noi, attraverso la spinta dello sviluppo per lo sviluppo, ci siamo allontanati. La separazione tra tutti noi è avvenuta quando abbiamo diviso l’anima dal corpo, la materia dallo spirito, la ragione dal cuore.

Stiamo ricercando un tempo nuovo, dove possiamo fare emergere l’armonia con la natura, un spazio liberato dove possiamo rintracciare l’incontro tra il visibile e l’invisibile.
C’è necessità di potenziare le capacità che ci appartengono già, riappropriandocene attraverso il gioco e la danza, l’arte, la bellezza. …. E allora le conseguenze potrebbero essere rivoluzionarie.

breve riflessione (di Daniela Degan)

La decrescita è...

La decrescita è una bicicletta con i freni.

No, la decrescita è una bicicletta senza freni che consente il contatto e un diverso rapporto con la natura, impari dai muscoli, sulla tua pelle la conoscenza e coscienza del limite

La decrescita è spiritualita’ ….. non un buco nero, ma una stella che illumina

La decrescita diventa essenziale si cresce decrescendo

La convivialità è pericolosa e affascinante, come le differenze, la diversità è esaltante (dopo un mese “dello stare insieme in modo conviviale” il morto ci scappa)

Gli oggetti hanno molteplici funzioni (un cappello-barca) la decrescita deve tendere a utilizzare meno cose possibili visto che molti beni hanno un uso multiplo … e poi c’è il manifesto del “NIENTISMO” (SI LEGGE gnientismo) che presto verrà proposto per raccolta consensi.

La decrescita è tornare alla pura manualità come nell’arte. L’arte consente di porre un rapporto con la parte più profonda di te, quella sedimentata in te, mentre elimini le sovrastrutture e le mani sono legami di intimità.

Decrescita ed arte: sottrarre, togliere per scoprire ………..resta di me un solo grido!!!

L’arte compone più che toglie, ma aggiungiamo spazio alle nostre personalità

Il mondo moderno ti distoglie ti distrae e così operando ti sottrae da te. Lo sviluppo è stereotipato …… non cresci. Il divano è statico non si è curiosi del mondo e non ci curiamo del mondo circostante, prima o poi se non si fa attenzione arriva la catastrofe.

Liberta’ di decidere delle risorse che esistono nel mondo.

Via da un mondo pieno di bisogni indotti verso un nulla infinito per ritrovare se stessi e regalare anche agli altri più pace e felicità.

Crescono cose che non servono, ma resta lo sporco, il lavoro, l’eccesso.

Lo sviluppo tecnico cambia anche lo sport che richiede una sempre maggiore specializzazione. Anche un fattore minimo diventa rilevante e ogni cosa è finalizzata a superare sempre di più il limite. Gli sportivi non sono più uomini ma macchine con la tuta aerodinamica della Nike!!!!

Rincorsa dei limiti si segue qualcosa che non serve…

I tempi lavorativi imposti dalla sviluppo e dal sistema colonizzano l’immaginario

Il sistema terra è troppo o troppo poco?

La decrescita non è miseria, ma relazioni sociali, l’indipendenza dall’economia, l’importanza della comunità e della società

La decrescita tende a dare importanza allo spirito e non alla materia

La decrescita è TEMPO LIBERATO per stare con altri per raggiungere un concetto naturale: La BELLEZZA…. Il bene, il bello!!!

Cartellone finale del LABORATORIO DECRESCITA 21 dicembre 2006